Questo è un percorso di orientamento narrativo per i bambini di 2° e 3° elementare. Volendo è possibile adattarlo anche per altro. Fate voi.
Come punto di partenza ho preso Il lupo che voleva essere una pecora di Mario Ramos (Babalibri, 2013, ISBN 9788883622816). La scelta è stata del tutto casuale. Più o meno.
Volevo iniziare a produrre percorsi da mettere qui sul blog e ho approfittato di una domenica di Aprile in cui son dovuto rimanere a casa per una leggera influenza e tutti erano fuori, era già da un po’ che rimandavo e mi sono scosso tenendo come sottofondo Brunori Sas. Negli ultimi mesi mio figlio piccolo continua a prenderlo dalla libreria e vuole leggerlo ancora e ancora e ancora. Mio figlio grande ce lo ha fatto rileggere molte volte quando aveva la stessa età. Quando l’ho usato nelle scuole elementari è sempre piaciuto e ha dato ottimi risultati anche come libro muto, in questa forma magari potreste utilizzarlo anche negli asili.
Se ritenete sia necessario semplificate il linguaggio o rendetelo più adeguato ai vostri bambini. Potete usarlo liberamente e se avete bisogno di una mano scrivetemi pure.
“Questa è la storia di un lupacchiotto che ha un grande sogno: uscire dal bosco e volare alto nel cielo. Per farlo però ha bisogno di un paio di ali e i lupi non le hanno. Nemmeno le pecore però hanno le ali, eppure loro in cielo ci sono: bianche, soffici e leggere. Così il piccolo lupo pensa che, con il giusto travestimento, potrà coronare il suo sogno, volare leggero. E infatti è quello che gli succede. Solo, non nel modo che il coraggioso lupetto si aspetta!” dal sito di Babalibri.
Se avete modo scansionate il libro ed eliminate le parole. Proiettando le immagini alla LIM leggete tutta la storia ai bambini. Se non avete la LIM o non sapete acquisirlo elettronicamente sedetevi in mezzo ai bambini e leggete facendo vedere le illustrazioni.
Lettura da “Vorrei essere…” a “…dev’essere perfetto.” > Scheda 01 Vorrei essere
La scheda, anche se molto semplice, potrebbe dare qualche difficoltà. Suggerisco quindi di sostenere i bambini nella compilazione dei seguenti punti:
- Un giorno vorrei essere… Nulla di particolare
- Perché… Aiutarli ad esprimere le loro motivazioni nella maniera più articolata possibile. Soldi? Per farsi conoscere? Per aiutare? Per la bellezza? Per cosa?
- Dirò a tutti che posso farcela perché… Aiutarli a esprimere al massimo le loro qualità positive, le caratteristiche migliori che posseggono.
- Avrò bisogno di… Dovranno esprimere le cose che ritengono importanti per raggiungere il loro sogno. Allenarsi, Studiare, La patente, L’aiuto di qualcuno, Tempo, Forza.
- Per diventare farò… Quali sono le azioni che devono fare per entrare in possesso delle cose al punto precedente e per diventare…
Alla fine della scheda non sarebbe male trovare il tempo per far leggere ai bambini alcuni pezzi. A tutti il primo e secondo punto poi un altro a loro scelta.
- A chi legge il punto 3 chiedere cose del tipo “Quando ti sei accorta/o di possedere quelle caratteristiche…” o “Quando è l’ultima volta che hai fatto uso di queste tue qualità?”
- A chi legge il punto 4 chiedere “E invece adesso di cosa hai bisogno per essere… felice, soddisfatta…?” o “A cosa ti serve, nello specifico, avere…?” o anche “Come ti stanno aiutando adesso le persone che hai scritto li?”
- A chi legge il punto 5 chiedere cose del tipo “Quando inizierai a fare quelle cose…” oppure “E adesso cosa stai facendo?”
Lettura da “Infatti,…” a “…viscere della montagna.” > Scheda 02 Delusione vai via
Una scheda doppia. Nella prima parte si chiede agli allievi di raccontare un episodio in cui avevano sperato qualcosa e la loro speranza era rimasta delusa.
Viene quindi chiesto di raccontare come fanno a superare le loro delusioni e di cosa fanno gli altri per aiutarli. Nello specifico cosa fanno le persone più vicine.
Viene quindi chiesto di dare il nome a 6 emozioni. Lasciate parlare i bambini e appuntate alla lavagna. Se non ne trovate a sufficienza forse è il caso di cominciare con le emozioni di base. Qui riprendiamo le 6 che sono state definite da Elkman e Friesen: felicità, paura, rabbia, disgusto, tristezza, sorpresa.
In ogni caso qui si può trovare altro https://it.wikipedia.org/wiki/Emozione
Si termina disegnando, nella parte retrostante della scheda, la propria faccia quando prova quelle emozioni e raccontando molto brevemente quando le si prova.
Anche in questo caso far leggere ai bambini, su base volontaria, dei pezzetti di quanto hanno prodotto. Chiedere cosa fanno le persone che sono loro più vicina quando li vedono in altre situazioni. Chiedere se vogliono andare davanti ai compagni a far vedere le facce in varie emozioni.
Prendere un po’ di tempo per spiegare e raccontare e far improvvisare ai bambini altre emozioni, magari più complesse.
Lettura da “Dopo un’eternità…” a “…le nuvole, io!” > Scheda 03 Ho provato e vinto
Far disegnare ai bambini il cielo e la terra (fategli ricordare di quella volta che, come il lupo della storia, anche se poteva sembrare che le cose fossero andate così e così, in realtà avevano raggiunto i loro obiettivi)
Far disegnare se stessi in una posizione e con una espressione da bambini soddisfatti.
Far raccontare la storia chiedendo di far capire quanto fosse importante per loro, quanto ci tenessero a quella cosa. Far porre attenzione all’insistere, al provarle tutte.
Cercare di far descrivere bene, fate chiudere loro gli occhi per ricordare meglio, quanto fossero felici dopo, quanto fossero soddisfatti del loro impegno, dei sacrifici.
Far appendere, con lo scotch di carta, le schede alle pareti e far girare i bambini per la classe, liberi di leggere tutte le storie che vogliono.
Riunirli e far dire a ciascuno quale storia è stata più interessante e perché.
Se qualcuno non viene nominato includerlo in un elogio complessivo dove la maestra troverà una lode per ciascuno.
Se lo ritenete necessario fate in modo che i genitori leggano quanto hanno prodotto i loro figli alla fine del percorso. A me è sempre parsa una cosa giusta, utile e sana quando si tratta di attività svolte dai bambini delle elementari e delle medie. Mi è sempre sembrato che le famiglie scoprissero molte cose belle rispetto ai figli, molta “maturità” e molta attenzione rivolta dai piccoli al mondo dei grandi che a volte i genitori non sanno.
Ma siete voi docenti che conoscete i bambini e le famiglie. Fate come credete più opportuno.