Questa è un’attività che mi piace molto e che ho creato circa otto anni fa e che mette al centro la percezione del cambiamento.
Avevo visto che nei percorsi formativi di durata superiore alle 300 ore, quando andavamo a concludere con le ore di orientamento di gruppo finale, spesso le attività prevedevano interessanti confronti verbali e utilizzo di post it. Valutazioni più o meno strutturate dove, a volte, i partecipanti verbalizzavano un cambiamento.
Ma in certi casi quelle parole dette dagli allievi mi suonavano come un qualcosa che doveva essere detto, quasi una risposta automatica, un far piacere al docente.
Avevo bisogno quindi di usare un’attività che consentisse ai partecipanti di riconoscere in maniera evidente un certo tipo di cambiamento qualora fosse avvenuto.
Quello che volevo era che avessero davanti, dopo aver seguito le lezioni e svolto stage e studiato in preparazione di esami o test di verifica, le differenze tra il prima del corso e il dopo e che la verbalizzazione della loro esperienza fosse meno soggetta al timore di giudizio.
Mi sarebbe piaciuto che i partecipanti si sentissero liberi di raccontare e di offrire, in primo luogo a sé stessi, questo cambiamento per poi poter portare a casa le evidenze prodotte.
Venne fuori questa attività che fin da subito prese il nome di A cena a casa di amici e che è rimasta praticamente invariata da allora.
- L’attività è divisa in due parti tra loro identiche.
- Vanno fatte svolgere come prima attività ad inizio delle giornate in modo che il contagio tra le idee dei partecipanti sia minimo.
- Sarebbe meglio utilizzarla in percorsi che hanno una durata importante (più di 200 ore) per aumentare l’efficacia dell’attività
Il primo incontro
Durante il primo incontro di orientamento di gruppo (che dovrebbe occupare la prima giornata dell’intero corso). Da effettuare subito prima della presentazione dei partecipanti (perché durante la presentazione uscirà molto probabilmente il motivo per cui hanno scelto il corso):
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- Ai partecipanti viene presentata l’attività raccontando loro la storia che trovate e troveranno scritta nella scheda.
- Viene chiesto di aggiungere il loro nome e cognome e la data di elaborazione.
- Vengono dati 10 minuti per lo svolgimento al termine dei quali viene chiesto se qualcuno vuole leggere.
- Chi guida l’incontro mette in evidenza le varie differenze che possono emergere, i vari punti di vista cercando di far parlare soprattutto la classe.
- Le schede vengono ritirate e verranno conservate dall’orientatore fino alla fine del corso
Il secondo incontro
Il corso ha il suo svolgimento e poco prima dell’esame finale, all’ultimo incontro di orientamento di gruppo (che dovrebbe essere l’ultimo giorno di corso e precedere anche gli eventuali colloqui individuali)
- Da effettuare subito “Buongiorno a tutti, prima dei saluti ufficiali e iniziare il nostro lavoro vorrei chiedervi di fare questa cosa”:
- Viene consegnata una scheda identica a quella consegnata il primo giorno.
- Vengono dati 10 minuti per lo svolgimento al termine dei quali viene chiesto se qualcuno vuole leggere.
- L’orientatore mette in evidenza le differenze e le similitudini cercando di far lavorare soprattutto la classe.
- Vengono riconsegnate a ciascuno le vecchie schede e viene chiesto di rileggere tutte e due, ciascuno per conto suo.
- Viene chiesto se c’è qualcuno che vuole leggerle e se vuol dire quali sono le differenze che vede.
- Si cerca di far parlare più persone possibile.
Quello che nella grande maggioranza dei casi viene fuori è che la seconda narrazione è generalmente:
- più lunga e nel caso non lo sia è comunque più precisa
- più ricca di dettagli
- viene utilizzato un linguaggio più preciso
Naturalmente il linguaggio della scheda deve essere adattato alla tipologia di utenza, quello presentato qui è un semplice esempio.