“La fortuna è ciò che accade quando la preparazione incontra l’opportunità”
Seneca
Quando diversi anni fa iniziai ad utilizzare il video della Gialappa’s su Steven Bradbury in orientamento, e successivamente in coaching, alcuni conoscenti mi criticarono.
Sostenevano che quel video metteva in evidenza come quel successo fosse frutto soltanto della fortuna e non del sacrificio e dell’impegno. E forse avevano ragione ma a me non importava.
L’importanza del non detto
A mio parere l’importanza del video stava proprio in quello che non veniva né detto né mostrato. Ovvero come era arrivato li e chi era questo personaggio sgraziato e irriso.
C’era da mostrarlo alle persone e chiedere Come ha fatto a vincere secondo voi? E alle varie risposte piene di Fortune, Culi e quanto altro può venire in mente rispondere con un: Certo che c’è anche il fattore C, ma siete sicuri che ci sia soltanto questo? E lasciar ipotizzare a loro chi fosse questo personaggio che era, nonostante tutta la notorietà data dai comici italiani, uno sconosciuto.
E la forza di Bradbury allora veniva fuori aprendosi in mezzo ai molti “forse…” e ai tanti “potrebbe…”, certo che qualcuno insisteva a dire che la fortuna era l’elemento più importante ma alla fine emergeva sempre che le cose più importanti erano che ogni volta il pattinatore australiano:
- aveva trovato il modo di esserci;
- aveva probabilmente cercato di fare il meglio che poteva;
- aveva evitato di commettere errori che avrebbero reso ogni cosa irrecuperabile… e che probabilmente, avesse commesso errori gravi avrebbe partecipato all’edizione successiva.
E da li, da queste e dalle altre affermazioni, partiva il vero lavoro.
La storia di Steven Bradbury la potete trovare poi nel video sotto, io non lo faccio vedere mai ma magari serve per poi concludere con la sua storia, e soprattutto nella pagina Wikipedia.
Dico sempre invece quello che disse Bradbury: «Non ero certamente il più veloce, ma non penso di aver vinto la medaglia col minuto e mezzo della gara. L’ho vinta dopo un decennio di calvario».
E da li, spesso, si inizia a parlare di sacrifici e impegno.