Il pitch è una presentazione veloce di qualcosa. Il nome completo è Elevator Pitch lasciando intendere che il tempo che si ha a disposizione è quello di un viaggio in ascensore, pochi piani chiusi in uno spazio ristretto con una persona che abbiamo battezzato come influente nella nostra vita. Pochissimo tempo che dobbiamo sfruttare al meglio per offrire quello che abbiamo.
La sua funzione finale è interessare chi lo ascolta, aprire alle possibilità, ottenere un secondo appuntamento dove poter parlare in maniera più distesa e tranquilla.
Nasce per presentare un’idea, un prodotto ma un paio di anni fa abbiamo provato ad utilizzarlo anche in orientamento ritenendo che, come sostiene Feynman, si dimostra di aver capito un concetto quando sappiamo spiegarlo con semplicità.
L’idea non è tanto quella di fare le cose velocemente o di esercitarsi a parlare di sé in ascensore a qualcuno quanto quella di condensare gli aspetti principali in poco spazio.
Questo è fondamentale perché spesso le persone chiamate a svolgere un compito di riflessione sulle proprie caratteristiche, all’inizio, hanno difficoltà a individuare le cose di cui parlare. Successivamente poi, entrando nei meccanismi di lavoro, cercano di inserire più cose possibili rischiando di creare un ammasso di informazioni che frastorna e distrae da quelle principali.
Nel pitch si chiede allora di comunicare sinteticamente queste tre cose:
- Chi siamo;
- perché vogliamo fare una determinata attività;
- cosa abbiamo da offrire.
e viene chiesto di farlo ponendo attenzione a altri tre punti:
- Deve essere rappresentare chiaramente le nostre caratteristiche e interessi;
- non deve però essere troppo dettagliato o completo;
- non deve appesantire chi ci ascolta.
Chris O’Leary nel suo volume, e poi riportati nel sito Elevatorpitchessentials.com, scrive:
Ho scoperto che un pitch dell’ascensore efficace è nove cose:
- Conciso
- Chiaro
- Avvincente
- Credibile
- Concettuale
- Concreto
- Su misura
- Coerente
- Conversazionale
Tutto questo naturalmente facendo attenzione a come le informazioni vengono offerte.
Il pitch fatto a modo, adeguato a chi lo presenta, non è il risultato di un’improvvisazione e l’orientatore non butta là la pretesa che gli accompagnati scrivano qualcosa e tanto fa l’importante sia breve e veloce da dire, ma è il risultato di un lavoro lento di scoperta e di riflessione che può essere fatto sia individualmente che in gruppo.